odissea di 40 minuti o giù di lì

Ci sono dei momenti che se sei solito/a fumare sigarette, preferiresti non aver mai iniziato…

Scrivo in piedi sul moleskine [e i moleskine che costano più di 10 euro ? Almeno l’anno scorso il prezzo era quello, fortunatamente però questo su cui sto scrivendo è ancora lo stesso comprato a settembre 2011…]. Mi trovo in una qualche downtown a sé stante, al centro. Sono arrivato che erano le 11 e 20 e adesso mentre scrivo sarà un’oretta dopo o poco più… All’inizio trovo un bar seminterrato nell’orientale. Cappuccino e cornetto [il cornetto soltanto semplice; “senza niente dentro” specifico a voce alla cassa]. Esco dopo aver preso le informazioni su dove posso trovare un tabacchi aperto. Se fumi e hai il tabacco, i filtri, ma non le cartine piccole equivale a dire che non puoi fumare… E così m’avvio sotto un bel sole che si sta facendo molto sentire in questa fine estate… Stimando un 10 minuti o 1/4 al massimo, svolto per un lungo viale a sinistra, scegliendo il marciapiedi di destra che è all’ombra di palazzi con sotto una marea di negozi chiusi e librerie chiuse altrettanto… Di aperto sul viale trovi qualche bar senza i tabacchi, 2 o 3 fotocopierìe aperte, e qualche locale in cui prendersi qualcosa da mangiare… In tutto il viale si possono contare circa 10 persone, ma forse ho esagerato, a piedi… Proseguo lungo viale quasi desolazione, arrivo a uno slargo con un bel po’ di vie e prendo ancora la prima a sinistra, finché fermo un signore sulla 50ina-60ina chiedendo notizie di un qualsiasi tabacchi aperto. Mi dice che pur non essendo impossibile è comunque ardua, che non sono queste le sue parole, ma è ciò che intendo io mentre attraverso il viale per andare verso destra dove mi ha indicato quel signore… E anche qui è quasi desolazione, altra downtown dentro la downtown di prima, dentro la città… Finisco di percorrere la breve via quasi desolazione 2, un solo bar aperto, no tabacchi… svolto la prima destra, poco più avanti un incrocio, una chiesa, aperta. Entro nella chiesa, molto bella dentro, silenziosamente, prego brevemente, nessun prete, ma ciò fa parte di un sondaggio personale che ogni tanto faccio… Esco dalla chiesa e decido insindacabilmente che il tabacchi deve trovarsi dalle parti del primo viale quasi desolazione percorso. Quindi mi dirigo proseguendo avanti, senza bisogno di tornare indietro tanto poco più avanti c’è lo slargo slargo di prima… Ripercorro la parte assolata per circa 1/4 di quasi desolazione vedo uno snack bar aperto ed entro, non per chiedere se ha i tabacchi, ma soltanto penso che il titolare di questo bar ha l’info che sto cercando da mezz’ora o giù di lì; “Si trova qui dietro. Esce va a destra e poi di nuovo a destra”. Evviva, vado compro 10 luckies per sicurezza [mah, questa della sicurezza me la potevo risparmiare] e le cartine piccole per il g.v. absolute e mi incammino nuovo verso il punto di partenza.

Una cronaca in sé, nuda e cruda, senza ricami, e senza scene da film, nessun incontro speciale, nessun aneddoto in particolare, ma semplicemente il riportare la sequenza reale di una camminata sotto un bel sole cocente per comprare un pacchetto di cartine piccole per rotolarci il tabacco …

un anno fa… scrivevo…

diario 2012822

#1

e poi a volte ci si trova in posti che il tempo stesso si dimentica di continuare a scorrere, o a farlo in maniera regolare.
e con tutte le variabili del caso, le varianti delle circostanze,
ti sembra di essere sulla banchina ad ascoltare il motore dell’ultima nave del giorno in partenza.
e ci si può trovare a scrivere, mentre l’estate scema alle porte del campionato di calcio, neanche fosse un diritto e insieme un dovere.
mentre gli alberi si fanno un tutt’uno con la loro stessa ombra.
mentre più lontano si possono ancora vedere i bagliori del tramonto. lo stesso tramonto che dall’altra parte del mondo stanno chiamando alba ed è già il giorno dopo…

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diario 2012823

#2

il giorno dopo sembra quasi essere lo stesso ieri
uno ieri un po’ più particolareggiato. in parte dal frastuono che può scaturire da una dopotutto allegra famigliola che sembra prendere proprietà di metà dell’androne di fuori. in parte dal camminare lentamente sul percorso dei sedentari.
fino allo sguardo nel vuoto della condannata ad andare a prendere i caffè, nessuno dei 2 è per lei, ma anime come questa possono prenderselo anche direttamente lì alla macchinetta. però, fortunata anche, senza anello.
e il giorno dopo sembra essere l’estensione dello stesso ieri;
qualcosa in meno, qualcosa in più, negli stessi precisi istanti

è già difficile trovare un posto dove leggere un libro,
figurati per scrivere.
e scrivere che cosa
se non gli immensi colori di una manciata di immagini,
magari in attesa che finiscano
le stridenti voci di fine estate
tanto, giusto il tempo che ricomincino le partite
con conseguente nausea di infinità di trasmissioni con calciologhi che spuntano fuori come i funghi.
nell’attesa della normalità.
di ritirare fuori le felpe, ma c’è ancora tempo.
probabilmente pioverà, per rinfrescare un po’,
stavolta per davvero